"Ars poetica" e artista nella "Commedia" dantesca (e dintorni)

Dante fa uso per primo, nella lingua italiana, del vocabolo artista con il senso davvero rivoluzionario di \u201ccreatore di un\u2019opera d\u2019arte\u201d. Sullo sfondo della sua riflessione, che si riverbera in diversi luoghi del Paradiso, si pu\uf2 illuminare una profonda rimeditazione della categoria dell\u2019ars poetica, sulla base di quanto la cultura medioevale aveva gi\ue0 elaborato, soprattutto nei commenti a Orazio e nelle poetriae mediolatine, in vista di un\u2019interiorizzazione dell\u2019esperienza creatrice. Nell\u2019apertura della Poetria nova di Geoffrey de Vinsauf (inizio del secolo XIII) si parla di un\u2019\uabintrinseca linea cordis\ubb, un \u201cdisegno interiore del cuore\u201d, che l\u2019architetto e l\u2019artifex tracciano prima di dare alla luce la loro opera, cos\uec come la parola del poeta deve formarsi \uabprius in pectore quam sit in ore\ubb, e il \uabpectus\ubb viene fatto coincidere con lo spazio dell\u2019interiorit\ue0 (\uabmentis in arcano\ubb). Allo stesso modo un commento oraziano noto come Communiter, probabilmente composto in area tosco-emiliana tra fine Duecento e primo Trecento, nel momento in cui sostiene l\u2019autonomia della poetica dalla retorica, definisce il poeta come artifex e opifex, e dichiara che l\u2019opera d\u2019arte ha origine \uabex mente artificis ubi est ars intrinseca\ubb. Al culmine di queste stazioni fondamentali prende forma l\u2019idea che la mente del poeta sia, agostinianamente, il \uablocus qui non est locus\ubb in cui si compie l\u2019evento della creazione, in una specularit\ue0 genetica fra ci\uf2 che \u201cavviene dentro\u201d e ci\uf2 che \u201csi produce fuori\u201d. Il poeta supera l\u2019arx e dunque lo stesso statuto di artista. Egli ascolta intus, nella mente/cuore, la Voce di Amore, e compone foris la sua parola poetica come solo un creatore sa fare: \uabsecundum quod cor dictat interius, exterius verba componit\ubb (Lettera sull\u2019amore dello ps.-Riccardo di San Vittore); \uabI\u2019 mi son un che, quando / Amor mi spira, noto, e a quel modo / ch\u2019e\u2019 ditta dentro vo significando\ubb